Calabria, Regione Sola: Negazione dei Diritti Sanitari ad un popolo stanco.

Un popolo calabrese stanco, demotivato e intorpidito dalle innumerevoli sfaldate che la politica sta gettando sulla sanità. Il Governo indice la Calabria “zona rossa”, oggi “Zona Arancione”. I calabresi si buttano in campo con tutta la loro rabbia e disperazione iniziando a protestare. Ne abbiamo viste e sentite fin troppe per la nostra Calabria, mortificati e impoveriti, le urla delle mamme e dei padri di famiglia in piazza, con tanto di striscioni e fumogeni, in rappresentanza della loro anima logorata. Chi ci tutela? Abbiamo la classe economica più bassa di sempre, la sanità è al collasso, ospedali chiusi e un campo militare sanitario aperto, costato ai cittadini circa un milione di euro. E quel che il governo, che sin dall’inizio di Marzo ha sempre portato con parole, all’appuntamento a ora di cena in tutte le tv italiane, dimentica sempre. La salute psicologica. Che non solo il covid 19 ha deprivato il benessere di chi si è imbattuto nel suo batterio, ma fatica ad esserci in chi economicamente, socialmente e mentalmente si trova fragile e sensibile ai suoi rischi. La salute, viene intesa dall’Oms come, non la totale assenza di malattia, bensì, uno stato dinamico di completo benessere fisico, mentale, sociale e spirituale. Quella che già in Calabria viene vissuta come uno stigma da “malato di mente” per chi si rivolge al servizio di supporto psicologico, oggi sta urlando più che mai che viene presa in considerazione. Si parla di “Pandemc Fatigue”, ne vediamo sparse le voci su tutti i notiziari, social e testate. La longevità del virus sta incidendo fortemente sulla motivazione individuale del popolo, che è sempre più stanco. Incisivo è l’utilizzo di comportamenti protettivi che sembrerebbero essere sempre meno presi in considerazioni proprio per il perdurare del nemico, che necessariamente ha portato l’essere umano ad adottare uno stile di vita differente dal precedente, ma la resistenza fisica e mentale iniziano ad essere sempre più pesanti da percepire in maniera minoritaria la minaccia del Covid 19. Dunque l’equilibrio psico-fisico potrebbe subire ancor di più un declino e mutare di giorno in giorno cosi da fare traboccare in grandi cataste i costi percepiti della risposta sanitaria che potrebbe addirittura iniziare a superare i rischi percepiti legati al Coronavirus. Non si vorrebbe mai assistere ad una perdita di controllo della propria salute psicologica e di conseguenza ad un declino delle proprie vite. Insomma una Calabria da Teatro lasciata sola, adornata da blocchi, zone rosse, restrizioni, sanità, salute fisica e mentale… da Cotticelli, Zuccatelli, alla moglie di Gaudio che “io a Catanzaro non ci vado”, al fumo grigio di Narciso Mostarda, ora a chi tocca? Ah sembrerebbe Guido Longo, che come ha sostenuto ai microfoni dell’ANSA “è per lui un atto d’amore verso la Calabria” accettare tale dovere istituzionale, ed anche nei confronti del Governo che lo ha scelto. Chissà se il popolo calabro, inizia così a sentirsi più accolto e nutrito da uno stato che ha dimostrato fino ad ora che la terra calabra è gettata nel dimenticatoio, sentita come uno “scarto”, il che oltre ad essere un pregiudizio sin dalle origini, è mortificante per una Calabria che ha sempre accolto con cuore e che soprattutto non merita il commissariamento come dirigente sanitario, che si ripercuote su di essa da decine di anni.

Concludendo, si spera di non donare, al momento, un comodo sofà al virus, ma anche di non portare allo stremo la resilienza dei grandi Calabresi che ancora una volta tra scienza e terreno sono messi a dura prova. Con questo, non si vuol puntare il dito, ma solo provare ad invitare chi di dovere ad un vento di consapevolezza e amore.

Dott.ssa I. Luana Filippo (Psicologa Clinica e della Salute)

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